From the Procuratie to the Procuratie - Small Fragments of Memory
1st of April 1990, I am 26 years old just turned 26, an honors in civil engineering and I'm going up, in the elevator they called the "coffin," squeezed tight with cardinal purple upholstery, to the top floor of the Venice Procuratie.
When I was hired I was warned that Venice would not be my permanent home and that, probably, I would be one of the last new recruits to work in these offices.
In less than a year in fact they would no longer exist since they would be moved to the new super -technological headquarters in Mogliano which, inspired by St. Mark's Square, would allow for innovative space management made flexible, almost magically, with just the displacement of partitions and walls.
I therefore live this temporariness as a privilege, fixing in my memory the smell of time and things, the music coming up from the Cafe Florian, the view of St. Mark's Square with the pigeons, and even the perhaps inadequate light of the rooms in the unawareness that I had become part of Technological Risks, a new sector of Assicurazioni Generali, a kind of incubator of ideas where then new and daring insurance solutions were being experimented and invented and where, think about it, the first PCs with integrated writing and calculation programs had even arrived.
April 1 is my first day of work, I know absolutely nothing, I am excited and perhaps I am a little afraid too.
In the offices carved out between the dormer windows in the attic I would discover a profession I did not even know existed: the job of the technical hirer
Here I would have met wonderful people, elderly companies, who would have taught me work, talked about benefits and welfare, which at that time were called supplementary contracts and would have made me understand that Generali was more than a workplace, it was a sense of belonging.
Time passes I am 35 years old, a daughter, I work in Mogliano and I am in ANIA (National Association of Insurance Companies) sitting among colleagues from other companies for a technical commission where we talk about laws and insurance of construction sites.
There are 30 men who deal with insurance technology around that table and only one woman, me, and they are from Generali.
I am a Technical Assumptor now specialized but someone around that table doesn't even know what to call me, Madam, Engineer, Doctor, She... after all I was a statistical error, today more elegantly one would say a Diversity, moreover rather cumbersome by gab
But there is not only the job, 40 years old, I am on vacation with husband and daughter, at the Bangkok airport I have my picture taken in front of the GENERALI sign as if I had met a friend and I would do it everywhere I went. Today – Le Procuratie reopen
I am 57 years old, I am responsible for the MM of the Energy and Construction sector of those Technological Risks that I met in the Procuratie of Venice and I still do the most beautiful job in the world for me, that of the technical hirer in Generali Italia.
The world, for better or for worse, has changed and will continue to change rapidly, but today, after a thorough restoration, thanks to Generali, the Procuratie di Venezia is reopened and I would like to share with you my crystal ball to see and predict the model of autumn-summer 2021.
In my field, I see a future, in Generali and in the world, in which people's abilities will be enhanced and in which there will be men and women at the working tables, by birth or by heart, with equal abilities, numbers and roles.
I see a future in which age will not be a professional handicap, in which people's energy will be seen as a value to be nurtured regardless of age, lest it be discouraged and extinguished, in which skills will be passed on in a two-way relay between generations.
And I see and overlook a future in which Generali, like the Procuratie, will be rooted in history and rich in value but at the same time new, stunning but above all HUMAN.
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Dalle Procuratie alle Procuratie - Piccoli frammenti di memoria
Ieri – Le Procuratie chiudono
1° di aprile 1990, ho 26 anni appena compiuti, una lode in ingegneria civile e sto’ salendo, con l’ascensore che chiamavano la “bara”, stretto stretto con la tappezzeria viola cardinale, all’ultimo piano delle Procuratie di Venezia.
All’assunzione mi hanno avvisato che Venezia non sarebbe stata la mia sede definitiva e che, probabilmente, sarei stata una delle ultime nuove leve che avrebbe lavorato in questi uffici.
In meno di un anno infatti non sarebbero più esistiti poiché sarebbero stati trasferiti nella nuova sede super -tecnologica di Mogliano che, ispirata a piazza San Marco, avrebbe permesso una gestione innovativa dello spazio reso flessibile, quasi per magia, con il solo spostamento di divisori e pareti.
Vivo perciò questa temporaneità come un privilegio fissando nella memoria l’odore del tempo e delle cose, la musica che sale dal caffe Florian, la vista su Piazza San Marco con i piccioni e persino la luce, forse inadeguata, delle stanze nell’inconsapevolezza di essere entrata a far parte dei Rischi Tecnologici, un settore nuovo di Assicurazioni Generali, una sorta di incubatore di idee dove si sperimentavano e inventavano soluzioni assicurative allora nuove e audaci e dove, pensate, erano persino arrivati i primi PC con programmi di scrittura e calcolo integrato.
Il 1° di aprile è il mio primo giorno di lavoro, non so assolutamente nulla, sono emozionata e forse ho un anche un po’ di paura.
Negli uffici ricavati tra gli abbaini nel sottotetto avrei scoperto un mestiere di cui non sapevo neppure l’esistenza: il mestiere dell’assuntore tecnico
Qui avrei conosciuto persone meravigliose, anziani di azienda, che mi avrebbero insegnato il lavoro, parlato di benefit e welfare, che a quei tempi si chiamavano contratto integrativo e mi avrebbero fatto capire che Generali era più di un posto di lavoro, era un senso di appartenenza.
Il tempo passa ho 35 anni, una figlia, lavoro a Mogliano e sono in ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicurative) seduta tra colleghi di altre Compagnie per una commissione tecnica dove parliamo di leggi e di assicurazioni dei cantieri.
Ci sono 30 uomini che trattano di tecnica assicurativa attorno a quel tavolo e una sola donna, io, e sono delle Generali.
Sono un Assuntore Tecnico ormai specializzato ma qualcuno, attorno quella tavola, non sa neppure come chiamarmi, signora, ingegnere, dottoressa, Lei… in fondo ero un errore statistico, oggi più elegantemente si direbbe una Diversity, per di più alquanto ingombrante per parlantina
Ma non c’è solo il lavoro, 40 anni, sono in vacanza con marito e figlia, all’aeroporto di Bangkok mi faccio fotografare davanti alla scritta GENERALI come se avessi incontrato un amico e lo avrei fatto ovunque sarei andata. Sapevo che in Italia si dice non c’è un paese senza una banca, una Chiesa e un’agenzia delle Generali; adesso incomincio a sospettare che sia vero, almeno per l’agenzia, anche fuori dall’Italia, nel mondo.
Oggi – Le Procuratie riaprono
Ho 57 anni, sono la responsabile per il MM del settore Energia e Costruzioni di quei Rischi Tecnologici che ho conosciuto nelle Procuratie di Venezia e faccio ancora il mestiere per me più bello del mondo, quello dell’assuntore tecnico in Generali Italia.
Il mondo, nel bene e nel male, è cambiato e continuerà a cambiare velocemente ma oggi, dopo un profondo restauro, grazie a Generali, le Procuratie di Venezia riaprono, e io vorrei condividere la mia sfera di cristallo del vedo e prevedo modello autunno estate 2021, con tutti voi.
Nella mia sfera vedo un futuro, in Generali e nel mondo, in cui le capacità delle persone verranno valorizzate e dove ai tavoli di lavoro ci saranno, per nascita o cuore, uomini e donne con pari competenze, numero e ruolo.
Vedo un futuro in cui l’età non sarà un handicap lavorativo, in cui l’energia delle persone sarà considerata a prescindere un valore da alimentare perché non si avvilisca e spenga, in cui le competenze verranno trasmesse in una staffetta bidirezionale tra le generazioni.
E vedo e stravedo un futuro in cui Generali, come le Procuratie, saranno radicate nella storia e ricche di valore ma allo stesso tempo nuove, sbalorditive ma soprattutto UMANE.