Growing under the Lion's wing
Nineteen years later, the relentless tone of those words still resonates in my mind as if they had been said yesterday. My dream of joining a large Italian Group in France seemed to be inexorably faltering.
The proud young Sardinian woman I was at the time was about to get up and leave without even answering but after taking a deep breath I looked for the man's gaze behind the A4 sheet and said with a big smile: “Eh no, sono italiana !”.
Without batting an eyelid, I introduced myself and showed my determination to be part of the big family that the Generali Group still represents for me today. I was called back for three more interviews, and among the fifty-seven candidates, they decided to hire the only trilingual "Italian" on the list. I owe this in large part to my tenacity, but also to a great project that was beginning to germinate and that would launch both the evolution of the small Parisian structure at the European level and my professional career.
The more years go by, the more proud I am to be part of the Group and to have the privilege of being able to continue to grow under the wing of the Lion.
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Crescere sotto l’ala del Leone
Parigi, Gennaio 2002, ufficio del CFO di Generali Finances, società di asset management francese con circa quaranta dipendenti. Il mio CV, inviato un mese e mezzo prima si trovava, in quell’istante indimenticabile, tra le mani e davanti al volto del mio futuro datore di lavoro. Dopo cinque lunghi minuti di lettura, senza mai distogliere lo sguardo dal CV e senza avermi neanche degnata di uno sguardo mi disse : “Ah, ma lei non é francese !?!”.
Diciannove anni dopo, il tono implacabile di quelle parole risuona ancora nella mia mente come fossero state dette ieri. Il mio sogno di entrar a far parte di un grande Gruppo italiano in Francia sembrava inesorabilmente vacillare.
La giovane donna sarda fiera e orgogliosa che ero all’epoca stava per alzarsi ed andar via senza neanche rispondere ma dopo aver preso una profonda inspirazione cercai lo sguardo dell’uomo dietro al foglio A4 e dissi con un grande sorriso : “Eh no, sono italiana !”.
Senza batter ciglio, mi presentai e mostrai la mia determinazione a voler far parte della grande famiglia che rappresenta ancora oggi per me il Gruppo Generali. Fui richiamata per ben altri tre colloqui e tra le cinquantasette candidate decisero di assumere l’unica “italiana” trilingue in lista. E cio’ lo devo in gran parte alla mia tenacia, ma anche ad un grosso progetto che iniziava a germinare e che avrebbe lanciato sia l’evoluzione della piccola struttura parigina al livello europeo sia il mio percorso professionale.
Più gli anni passano più sono fiera di far parte del Gruppo e di avere il privilegio di poter continuare a crescere sotto l’ala del Leone.