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Il Secolo dell’Asia

Il Global Innovation Index racconta la sfida di Paesi orientali sempre più emergenti

Nel 1958 lo storico olandese Jan Romein, allievo di Huizinga e uno dei più eminenti studiosi del suo Paese, pubblicò The Asia Century (tradotto in Italia nel 1969 dopo la sua morte col titolo “Il secolo dell’Asia”), un saggio - che ebbe molta fortuna - sulla nuova fase che il continente stava vivendo con la fine dell’era coloniale. Divenne un libro chiave per chiunque studiasse l’Asia e il titolo una sorta di paradigma che annunciava in realtà come Il Secolo dell’Asia non fosse solo il XX ma anche il XXI secolo, quello in cui ora siamo immersi. Oggi sappiamo non solo che siamo ancora ne “Il secolo dell’Asia”, ma che questo continente è emergente anche sotto il profilo dell’innovazione, un patrimonio che per secoli è stato il protagonista dello sviluppo in Occidente. Oggi, Paesi un tempo eminentemente agricoli, vendono robotica agli Stati Uniti e hanno fatto dell’innovazione un obiettivo da perseguire con costanza. E ciò avviene soprattutto in Asia che resta un continente cui guardare con attenzione. Con le sue luci e le sue ombre.

La Cina è entrata a far parte delle 20 principali economie più innovative al mondo anche se i primi posti rimangono in mano europea con la  la Svizzera che mantiene  il suo ruolo guida nella classifica. Lo dice il Global Innovation Index (GII), pubblicato ogni anno  dalla Cornell University, dall'INSEAD e dalla World Intellectual Property Organization (WIPO). A completare la top ten quest’anno sono Olanda, Svezia, Regno Unito, Singapore, Stati Uniti d'America, Finlandia, Danimarca, Germania e Irlanda, dunque ancora Europa e Stati Uniti. Ma la presenza di Singapore e la crescita vertiginosa dell’Impero di mezzo fanno riflettere.


Giunto alla sua undicesima edizione, il Global Innovation Index è uno strumento quantitativo molto dettagliato che ha l’obiettivo di aiutare i decisori a comprendere meglio come stimolare l'attività innovativa che guida lo sviluppo economico e sociale. Vengono analizzate 126 economie sulla base di 80 indicatori, che vanno dalla proprietà intellettuale alla creazione di applicazioni, alla spesa per l'istruzione, alle pubblicazioni scientifiche e tecniche. La Cina, che guadagna il numero 17 nella classifica globale, è sempre più una sorpresa che indica una svolta nell’evoluzione di questo enorme Paese. Secondo il rapporto, si tratta di un'economia che sta assistendo a una rapida trasformazione guidata da una politica governativa che ha deciso di dare priorità alla ricerca e all'applicazione dell’ingegno creativo. Gli Stati Uniti continuano a restare  una potenza innovativa, che ha prodotto molte delle aziende hi-tech leader del mondo e innovazioni che ci cambiano la vita, ma la crescita cinese è impressionante specie nello sviluppo di capacità di livello globale nel settore dell'innovazione e grazie al trasferimento delle basi strutturali dell'economia verso industrie a più alta intensità di conoscenza che si basano sull'innovazione per mantenere vantaggi competitivi.


Pubblicato a luglio, il rapporto analizza il panorama dell'innovazione del prossimo decennio e identifica possibili innovazioni in campi come la produzione di energia, lo stoccaggio, la distribuzione e il consumo. Guarda anche come innovazioni rivoluzionarie si verifichino a livello di base e descrive come i sistemi rinnovabili su piccola scala siano in aumento.


Se l’Asia resta dunque una fetta di mondo da seguire con grande interesse, Singapore, Corea del Sud e Giappone sono classificati come i Paesi più innovativi. L'Asia di Sudest (in sostanza i Paesi Asean)* è al terzo posto a livello mondiale in termini di innovazione. Singapore guida la regione con un punteggio elevato nella maggior parte degli indicatori e si trova tra i primi dieci Stati al mondo: a livello globale si è spostata di due posizioni rispetto all'anno scorso. Segue la Corea del Sud che è tra i Paesi ad alto reddito che hanno aumentato gli investimenti nell'innovazione e che si classifica seconda in Asia. E’ un Paese, dice il rapporto, che ha migliorato anche le sue prestazioni nella qualità delle sue pubblicazioni scientifiche e delle sue università. Segue il Giappone, col terzo posto, ma che viene sempre più insidiato dalla Cina che si trova al quarto posto nel continente. La traiettoria di innovazione dinamica è chiarissima nelle sue società globali di ricerca e sviluppo, nell’industria high-tech e anche nella qualità delle sue pubblicazioni. Seguono Thailandia,  Vietnam e Mongolia, Paesi che si stanno uniformando a un percorso di innovazione tecnologica. Anche la Malaysia ha buone performance e continua a essere un Paese che guarda con attenzione all’innovazione.


Al nono posto in Asia troviamo l’India e, sempre più in basso nella classifica, Sri Lanka, Nepal, Pakistan e Bangladesh che sono i Paesi meno innovativi nel continente mentre qualcosa si muove in Asia centrale, specie in Kazakstan. Il rapporto sostiene che l'innovazione in Asia può crescere a patto che non sia danneggiata da un eccesso protezionistico soprattutto per quel che riguarda settori ad alta intensità tecnologica e flussi di conoscenza. E’ la sfida dei prossimi anni.



* Asean, Association of Southeast Asian Nations, ha dieci Paesi memebri e due con lo status di osservatori.


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