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Mattone su mattone

Investimenti infrastrutturali per mantenere la crescita economica del Sud-est Asiatico

Lo scorso anno, la Banca asiatica di sviluppo (Adb) ha stimato che le sette principali economie emergenti dell'Associazione delle nazioni del Sud-est Asiatico (Asean) – esclusi Singapore, Brunei e Laos – necessitino di investimenti infrastrutturali nell'ordine di 147 miliardi di dollari di qui al 2020, per mantenere la loro crescita economica ai livelli attuali. Ad oggi, però, gli investimenti infrastrutturali complessivamente intrapresi da quei sette paesi ammontano a 55 miliardi di dollari, equivalenti al 2,3 per cento del loro Pil combinato. I leader della regione non sono insensibili a quest'ordine di problematiche, e si stanno sforzando di aumentare il livello degli investimenti infrastrutturali sino al 5,58 per cento dei loro Pil nazionali, che è la percentuale raccomandata dalla Banca mondiale.

Si inseriscono in questo contesto ambiziosi progetti come il piano "Build, Build, Build" del presidente filippino Rodrigo Duterte, o l'agenda di "edificazione nazionale" da 196 miliardi di dollari del presidente indonesiano Joko Widodo. Nell'area non mancano esempi virtuosi: la Malesia, uno dei leader regionali nello sviluppo dei trasporti pubblici, sta espandendo la propria rete ferroviaria a lungo raggio tramite progetti del valore complessivo di 8,68 miliardi di dollari. Bangkok, capitale della Thailandia che sino agli anni Novanta deteneva il poco invidiabile record di città asiatica più trafficata, si è dotata da allora di una delle reti di trasporti di massa più efficienti della regione, che sta ampliando soprattutto nelle aree del centro cittadino e dell'aeroporto. Il gioiello della capitale thailandese è la metropolitana soprelevata Bts SkyTrain, inaugurata nel dicembre 1999, e che ad oggi conta circa 700 mila utenze giornaliere, in aggiunta alle 300 mila della metro sotterranea: se anche una porzione di queste utenze si riversasse sulle strade, la città sconterebbe un blocco perpetuo. Entro il 2025, comunque, tutti e sei i più grandi paesi dell'Asean dovrebbero disporre di un servizio ferroviario urbano funzionante.


Ad alimentare questi progetti, da Ho Chi Minh City a Giacarta, sono soprattutto i finanziamenti di Cina e Giappone, che hanno intrapreso una competizione sempre più agguerrita per finanziare la realizzazione di metropolitane e altri servizi di trasporto di massa in tutta la regione. Soltanto nei mesi scorsi, ad esempio, Tokyo ha concordato la concessione a Manila di una serie di prestiti che andranno a finanziare la prima fase dei lavori per la nuova metropolitana a Manila – un progetto da 7 miliardi di dollari – e un'autostrada nel paese. I lavori di tutte le linee metropolitane in fase di realizzazione a Giacarta, Ho Chi Minh City e Manila sono finanziati dal Giappone e si avvalgono della consulenza della Japan International Cooperation Agency (Jica), l'Agenzia per la cooperazione internazionale giapponese; quest'ultima avverte però la pressione sempre più forte proveniente dalla Cina, che sta promuovendo aggressivamente nella regione l'ambiziosa iniziativa della nuova Via della seta. Il progetto per la metropolitana di Manila (Metro Manila) punta a superare i gravi problemi della congestione del traffico stradale e dell'inquinamento atmosferico nella capitale delle Filippine. Il governo stima che entro il 2027, due anni dopo la data stimata di completamento del progetto, la metropolitana verrà utilizzata da mezzo milione di persone al giorno. Quanto al secondo progetto, si tratta della tangenziale per Plaridel City, nella parte settentrionale dell'area metropolitana di Manila, che costeggerà l'Autostrada dell'amicizia Filippine-Giappone.


Il presidente indonesiano Joko "Jokowi" Widodo ha lanciato il primo progetto per una metropolitana sul suolo nazionale, che andrà ad alleviare l'emergenza del traffico stradale di Giacarta. I lavori della linea nord-sud della metro, lunga 24 chilometri, sono stati completati per l'83 per cento, e Mrt Jakarta, la società che dovrà gestire la metropolitana, sostiene che i lavori stanno rispettando il calendario. Il lancio è previsto per marzo 2019, e un corridoio est-ovest lungo 87 chilometri è attualmente in fase di pianificazione, con l'obiettivo di realizzarlo entro il 2025. I piani di Widodo prevedono la realizzazione entro le prossime elezioni di mille chilometri di strade a pedaggio, 3 mila di ferrovie, 24 porti, impianti energetici dalla capacità complessiva di 35 mila megawatt e altro ancora. In alcuni casi, quando gli interventi infrastrutturali non bastano, i governi della regione valutano piani radicali: è il caso della proposta di trasferire la capitale indonesiana da Giacarta a Oalangkaraya, nella provincia di Kalimantan, meno vulnerabile agli allagamenti e meglio interconnessa. Oppure il progetto del governo filippino per la realizzazione della "smart city" più grande al mondo, "New Manila Bay City of Pearl", che integrerà sin dalla fase progettuale gli ultimi ritrovati della tecnologia applicata alla gestione urbana, alla viabilità, alla tutela ambientale e alla prevenzione dei danni causati dai disastri naturali.


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