Informazione e Covid-19. Certezze e supposizioni. Come orientarsi?

Alla fine della giornata di domenica 22 marzo, i casi confermati di coronavirus sono 294.110. I decessi 12.944. L’infezione infine si registra in 187 tra Paesi, aree o territori nel mondo. Sono i numeri forniti dall’Organizzazione mondiale della sanità e quelli cui quotidianamente facciamo riferimento. Esistono in realtà un’altra serie di siti Internet – più o meno autorevoli – che forniscono proiezioni apparentemente più aggiornate ma, in molti  casi, si tratta appunto di proiezioni basate su algoritmi, fonti giornalistiche, notizie ufficiose, indiscrezioni non confermate.

La quantità di notizie che riguardano Covid-19  ha ormai preso un moto circolare e globale con una diffusione che, praticamente ovunque nel mondo, occupa quasi tutta l’informazione di cui disponiamo quotidianamente. Proprio per questo motivo e per gli effetti che un’informazione scorretta o lacunosa possono portare, diventa fondamentale affidarsi a dati certi e a fonti sicure e certificate. La più attendibile, sia per la rete di informazione con cui si alimenta (i ministeri della Sanità dei governi) sia per l’aggiornamento sulla ricerca, è ovviamente  l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms-Who) il cui sito internet (https://www.who.int/)  è considerato la fonte più sicura e attendibile. Può accadere che una notizia veicolata dalla stampa (vaccini, numero degli infettati o dei decessi, diminuzione o aumento dei casi etc) non si ritrovi immediatamente sul sito dell’Oms. Ma ciò significa solamente che ogni notizia è sottoposta a un vaglio attento e non viene dunque pubblicata se non prima di un’attenta procedura che le consenta di divenire pubblica e in un certo senso “certificata”. Ma come è organizzato il sito dell’Oms e con quali strumenti la grande agenzia dell’Onu si propone al grande pubblico?

Innanzi tutto l’Oms si presenta  come  autorità direttrice e coordinatrice della sanità e della salute internazionale all'interno del sistema delle Nazioni Unite e aderisce quindi ai valori della Carta dell’Onu:  integrità, professionalità e rispetto della diversità. Infine il lavoro dell’organizzazione, diretta dal dottor  Tedros Adhanom Ghebreyesus, si riconosce nei principi di universalità, equità e rispetto dei diritti umani. Possono sembrare parole rituali ma la sua indipendenza – ad esempio dal settore commerciale – garantisce l’autonomia delle scelte dell'organizzazione. L’eccesso di scrupolo garantisce invece sul rischio che una notizia infondata possa favorire il panico. Per la struttura lavorano oltre 7mila persone provenienti da oltre 150 nazioni in 150 uffici sparsi in Paesi, aree o territori, sei uffici regionali, un Centro servizi globale in Malaysia e ovviamente la sede centrale a Ginevra, Svizzera. Il sito viene pubblicato in arabo, cinese, inglese, francese, spagnolo e russo.

La parte dedicata al Covid-19 occupa tutto il sito ma nella sezione COVID-19 Quick links (https://www.who.int/emergencies/diseases/novel-coronavirus-2019) una serie di informazioni sono  facilmente accessibili per il grande pubblico e affrontano diversi aspetti dal problema: dai più complessi e tecnici (Country & Technical Guidance) a quelli che riguardano il singolo cittadino (Protect yourself sulla protezione personale, Travel advice sulla logistica, Q&A risposte semplici a domande complesse).  Ovviamente l’Oms non può rispondere a tutte le domande che riguardano il problema in generale (costi economici del virus, riflessi sui sistemi sanitari nazionali, decisioni dei singoli governi etc). Noi cercheremo quotidianamente, sempre facendoci guidare dall’Oms, di integrare l’informazione. Un esempio? Come sta funzionando il sistema di collegamento aereo internazionale che è una grande preoccupazione per chi si deve muovere per ragioni personali o di lavoro? Lo spiega bene la Iata (https://www.iata.org/ ),  International Air Transport Association,  associazione commerciale delle linee aeree nel mondo, che rappresenta circa 290 compagnie aeree, pari all'82% del traffico aereo totale. Oggi la Iata ci informa che 420mila voli sono stati cancellati con una perdita stimata a oltre 110 miliardi di dollari e con un calo delle prenotazioni del 50% che si stima sarà ad aprile del 40% e a maggio del 25%. Sul suo sito, la Iata riporta inoltre articoli giornalistici sull’attualità che l’associazione ritiene affidabili.