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Next Generation EU: la risposta politico-economica europea all’emergenza Covid-19

Il piano di condivisione del debito a livello comunitario sosterrà la ripresa dell’Europa puntando sulla resilienza degli stati membri e sarà fondamentale per evitare la frammentazione economica all’interno dell’Unione

Quella del Covid-19 è solo l'ultima di una lunga serie di crisi attraversate dall'Unione europea negli ultimi decenni. Dallo "shock" petrolifero degli anni '70 alla grande recessione del 2007-2008, il Vecchio continente si è trovato spesso a dover affrontare sfide apparentemente difficili da superare.

Diversamente dalle crisi precedenti, però, questa volta l'Ue ha saputo mettere in piedi una risposta all'altezza della situazione, mettendo sul tavolo uno strumento di ripresa – il Next Generation EU – che contempla per la prima volta un piano per la ripresa dell’Europa e di condivisione del debito a livello comunitario. Al centro c'è un pacchetto di incentivi del valore di oltre duemila miliardi di euro a prezzi correnti – il bilancio a lungo termine dell'Ue per il periodo 2021-2027 (1.200 miliardi di euro) integrato da oltre 800 miliardi di euro – con cui l’Ue si assicura le risorse per le sue priorità politiche, come la digitalizzazione e il “Green Deal”, e punta a sostenere la ripresa investendo nelle regioni, negli agricoltori, nelle imprese, nei ricercatori, negli studenti e nei cittadini in generale.

Ma soprattutto, il Next Generation EU (NGEU) prevede l’emissione in volumi corposi di strumenti di debito comune Ue sui mercati globali: si tratta di una misura temporanea per affrontare la pandemia, tuttavia nei prossimi anni questa novità potrebbe provocare un’accelerazione nello sviluppo di una politica fiscale europea che sia più ambiziosa e integrata. Tramite il  Next Generation EU, così come con il programma SURE, l’Unione ha deciso di emettere eurobond usati per finanziare prestiti e sussidi agli Stati membri, da usare con obiettivi e modalità ampiamente decisi a livello comunitario, favorendo anche i Paesi che più hanno sofferto lo shock della pandemia.

In tal senso, il Next Generation EU prevede delle linee guida comuni incentrate sulle priorità strategiche su cui l’UE intende investire nei prossimi anni e decenni, vale a dire l’economia verde e digitale, i giovani, l’istruzione e la ricerca.

Con il Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027, NGEU potrebbe costituire il primo passo per un incremento permanente delle dimensioni del bilancio dell’UE, sebbene per realizzare ciò sia necessaria una profonda riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) che, a sua volta, richiederebbe una riforma dei Trattati non ancora all’orizzonte.

Nonostante ciò, non sarebbe corretto negare che la reazione dell’Unione europea nell’affrontare la pandemia sia stata questa volta assai efficace come forse mai in passato, non di certo con la crisi del debito sovrano europeo del 2008.

Mentre il Piano europeo di ripresa economica – approvato alla fine di quell’anno, al culmine della crisi – era destinato esclusivamente a coordinare i pacchetti di stimolo di bilancio nazionali finanziati da ciascuno Stato membro, il Next Generation EU stabilisce infatti un modello di finanziamento congiunto per sostenere la spesa pubblica e le riforme nell'UE.

In base all’accordo finale raggiunto nel luglio 2020, la Commissione europea è stata autorizzata a raccogliere fino a 750 miliardi di euro sui mercati dei capitali e i fondi possono essere utilizzati per fornire prestiti fino a 360 miliardi di euro e sovvenzioni fino a 390 miliardi di euro. Questi saranno erogati entro la fine del 2026 e rimborsati entro e non oltre il 31 dicembre 2058.

L'emissione NGEU aumenterà il debito in essere dell'Unione di un multiplo di circa 15, costituendo la più grande emissione in euro mai realizzata a livello sovranazionale. Sebbene i prestiti saranno rimborsati dagli Stati membri beneficiari, il Consiglio europeo ha deciso di riformare il sistema delle risorse proprie e garantire che i rimborsi delle sovvenzioni siano coperti da contributi basati sul reddito nazionale lordo e da nuove risorse proprie dell'UE.

Una risposta politica europea coordinata al Covid-19 è essenziale per evitare una ripresa diseguale e la frammentazione economica, promuovendo nel contempo la resilienza economica negli Stati membri.

Il modo in cui l'UE ha risposto alla crisi ha anche implicazioni per la futura progettazione e attuazione del quadro di governance europeo. In primo luogo, mentre è necessaria una politica fiscale espansiva per sostenere la ripresa, in futuro sarà importante che le regole di bilancio sostengano efficacemente la riduzione dell'elevato debito pubblico in periodi di congiuntura favorevole. In secondo luogo, il Next Generation EU costituisce un elemento nuovo e innovativo del quadro fiscale europeo, dal momento che si tradurrà nell'emissione di un considerevole debito sovranazionale nei prossimi anni e che la sua istituzione ha segnalato una disponibilità politica a progettare uno strumento fiscale comune quando se ne presenterà la necessità.

Questa innovazione, sebbene una tantum, potrebbe anche costituire un precedente importante per l'Unione economica e monetaria, che ancora manca di una capacità di bilancio permanente a livello sovranazionale per la stabilizzazione macroeconomica nelle crisi profonde.