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Sogni d'oro

Tre tecnologie per dormire meglio

Se il dolce dormire è un sogno, in futuro si potrà indossare un elmetto per isolarsi da tutto e tutti o ricorrere alla stimolazione elettrica per cascare direttamente nel sonno profondo. 

 

Addio sogni d’oro: stress, ansia e rumori notturni sono spesso causati da nottate non riposanti. E il primo a farne le spese è il sonno. Dormire bene fa bene: in base a uno studio dell’Università di Chicago, pubblicato sulla rivista scientifica internazione Hypertension, cinque ore di sonno a notte non sono sufficienti a tenere il nostro corpo in buona forma per le normali attività quotidiane. Al contrario, dormire poco e male, sul lungo periodo, potrebbe addirittura alterare i ritmi del battito cardiaco, con conseguenze spesso incontrollabili.

 

Come fare allora? Contare le pecore o ubriacarsi con la camomilla? In realtà, oggi la scienza sperimenta soluzioni innovative che in futuro potrebbero assicurare a tutti un dolce dormire. La prima di cui vogliamo parlare ha la forma di un casco ed è un prototipo progettato dallo Stanford Center for Sleep Sciences and Medicine, uno dei più autorevoli istituti di ricerca del mondo sullo studio del sonno. Il casco, che nella versione militare ricorda il profilo di un elmetto, isola occhi e orecchie da qualsiasi tipo di segnale ambientale e riscalda la zona oculare, l’area del nostro corpo che regola il meccanismo del sonno. Il risveglio poi è garantito da una luce blu che si accende gradualmente all’interno del casco quando è ora di alzarsi.

 

Per cadere tra le braccia di Morfeo in pochi minuti, invece, tra qualche anno potremmo ricorrere al TMS, acronimo di Transcranial Magnetic Stimulation: è simile a una valigetta da letto collegata alla testa che, grazie alla stimolazione con onde magnetiche, è in grado di catapultarci in una fase di sonno profondo saltando tutte le fasi intermedie.

 

La terza tecnologia è il Fisher Wallace Stimulator realizzato dall’omonima azienda americana. Si tratta di un dispositivo indossabile lontano parente dell’elettroshock che con una stimolazione elettrica molto più blanda del suo antenato, consente di “disattivare” gradualmente le attività del cervello.

 

Grazie allo sviluppo delle tecnologie del sonno, girarsi e rigirarsi nel letto potrebbe diventare un lontano ricordo e potremmo presto essere in grado di dire addio alle lunghe notti insonni.