Datore di lavoro responsabile
09 gennaio 2018

Affari d'argento

Il potere d’acquisto degli over 65 varrà, nel 2020, 15 mila miliardi di dollari di consumi

Tutti gli occhi sono puntati sui millennials e la grande giostra digitale. Ma il futuro è over 65.

A dirlo è la demografia: nel 1960 gli anziani, o i diversamente giovani come molti ai nostri tempi amano definirsi, erano appena il 5% del totale della popolazione. Oggi, stando alle elaborazioni della Banca Mondiale, rappresentano l’8,2%. E siamo parlando di una media ponderata su dati a livello globale. Perché se prendiamo in esame i paesi avanzati il quadro diventa allarmante. In Giappone gli ultrasessantenni sono il 26% del totale degli abitanti. Anche la vecchia Europa ha capelli sempre più grigi: in Italia gli over 65 sono il 22%, in Grecia e in Germania il 21% e i Francia e il 19%.

 

Con l’attuale tasso di natalità (il più basso della storia) dei paesi avanzati si può stimare che in Europa, nel 2060, ci saranno solo 2 lavoratori per un pensionato.

La piramide del sistema previdenziale, e così di quel benessere che si reggeva sullo sviluppo della generazione dei baby boomers, sta per rovesciarsi diventando insostenibile per le casse pubbliche. E serviranno riforme di forte impatto socio-economico per raddrizzare una situazione a rischio di naufragio. L’allungamento della vita e l’incanutirsi di buona parte della popolazione ha però risvegliato forze economiche inattese, quella che oggi definiamo la silver economy.

 

È noto che negli anni della lunga crisi, è stato il “welfare dei nonni” a far tenere la barra dritta di tanti giovani alle prese tra precariato e scarse prospettive. Quello che sta emergendo oggi che è gli over 65 sono diventanti big spender. Si capisce, gli ex baby boomer degli anni Cinquanta hanno patrimoni solidi fatti di immobili e pensioni generose. Oggi la spesa complessiva dei consumatori della terza età si aggira intorno a 4 mila miliardi l’anno. Ma la tribù degli over 65 aumenta di numero passando da 164 milioni di persone nei paesi ricchi a 222 nel 2030.

Si stima perciò che i consumi della terza età arriveranno a sfondare quota 15 miliardi di dollari nel giro tre o quattro anni.

Secondo Oxford Economics, quasi la metà di questo giro d’affari è già oggi generato dai consumatori americani.  E non ci riferiamo ad arzilli vecchietti che se la spassano in crociera con la pensione e i risparmi di una vita. In base a uno studio di Merrill Lynch “Work in Retirement: Myths and Motivations”, oggi il 47% dei pensionati ha lavorato o ha in programma di farlo durante gli anni della pensione. Il 72% delle persone che si avvicina alla pensione dichiara di non avere nessuna intenzione di staccare la spina, anzi conta di dedicarsi a qualche forma di lavoro. E si tratta di individui che risultano, in molti casi, anche più produttivi rispetto ai colleghi più giovani stando alle analisi condotte dal Center for Retirement Research at Boston College.