The Human Safety Net è parte di “The Parliament of the Invisibles” a Venezia, un programma della Fondazione Art for Action
08 maggio 2025 - 11:25
- La Fondazione Art for Action lancia The Parliament of the Invisibles, un'iniziativa ideata dall'artista Anish Kapoor per riportare le voci più emarginate al centro della vita pubblica. L'edizione inaugurale, dal titolo After Migration, esplora le conseguenze dei fenomeni migratori del nostro tempo
- The Human Safety Net è la prima organizzazione ad aderire al programma come attore chiave, attraverso la propria esperienza e conoscenza del settore
- La Casa di The Human Safety Net in Piazza San Marco a Venezia ospita l'iniziativa come hub della prima
Venezia - The Human Safety Net è parte della prima edizione di “The Parliament of the Invisibles”, un'iniziativa nata da un’idea di Anish Kapoor e sviluppata dalla Fondazione Art for Action. Il tema di questa prima edizione del programma, “After Migration”, sarà presentato in occasione della 19°Biennale Architettura 2025 a Venezia. The Human Safety Net è la prima organizzazione ad aderire all'iniziativa e ospiterà un ampio programma composto da una mostra collettiva e un'intera giornata di laboratori, interventi e dibattiti nella sua Casa in Piazza San Marco.
La mostra presenta le opere di Ange Leccia, Leila Alaoui, Lorraine de Sagazan & Anouk Maugein e Sarah Makharine, che saranno esposte dal 9 maggio 2025 al 15 marzo 2026 in uno spazio dedicato, accanto alla mostra interattiva permanente A World of Potential.
La mostra collettiva intende offrire una riflessione profonda sull'impatto duraturo dei fenomeni migratori, visto attraverso gli occhi di artisti contemporanei. I viaggi qui raccontati tracciano le linee delicate delle migrazioni, sospese tra il momento della partenza e le promesse di un futuro incerto, approfondendo le complessità legate all'identità, all'appartenenza e ai nuovi inizi, esprimendo la missione generale di The Parliament of the Invisibles di svelare ciò che spesso rimane invisibile. Attraverso le loro diverse tecniche - che spaziano dalla fotografia, al video, al disegno e all'installazione - le artiste danno luce alle storie nascoste dei migranti, offrendo una potente meditazione sulla condizione umana dopo la migrazione e invitando a riflettere su come il cambio di orizzonte modelli l'identità, favorisca nuove forme di appartenenza e crei ponti tra mondi, sia visibili che invisibili.
L'8 maggio è dedicato interamente a workshop e conferenze. Al mattino, Marshall Ganz, docente dell’Università di Harvard, ideatore della campagna “Hope” di Barack Obama insieme all'artista Shepard Fairey e autore di People, Power, and Change, terrà un workshop sul potere della narrativa nell'organizzazione sociale. Ganz è parte del collettivo After Migration, sostenendo lo sviluppo del movimento attraverso strategie di impatto a lungo termine. Sarà affiancato da Samah Elous (Leading Change Network Europe & Harvard Kennedy School), per strutturare azioni concrete e approfondire l'approccio organizzativo. Nel pomeriggio, diversi panel e interventi vedranno protagonisti artisti, architetti, curatori, narratori e attivisti per stimolare il dibattito su come la narrazione possa trasformare i movimenti sociali e ispirare l'azione collettiva. Al centro del programma, un intervento di Anish Kapoor sulla visione di The Parliament of the Invisibles e su come il potere dell'arte di sfidare le narrazioni possa ispirare il cambiamento e rivendicare visibilità per le voci emarginate.
Il tema “After Migration” approfondisce le complesse sfide che migranti e rifugiati devono affrontare per integrarsi nel loro nuovo Paese e risuona fortemente con la missione di The Human Safety Net, un movimento di persone che aiutano altre persone, creato da Generali e attivo in 26 Paesi per liberare il potenziale di chi vive in condizioni di vulnerabilità. Il punto d'incontro tra la missione di The Human Safety Net e il programma di Art for Action è, in particolare, il programma “For Refugees” di The Human Safety Net, attivo in 6 paesi e in collaborazione con 30 ONG per sostenere l'integrazione dei rifugiati fornendo loro gli strumenti per diventare imprenditori di successo o ricevere una formazione professionale che possa aiutarli a inserirsi nel mercato del lavoro locale. Dal suo lancio nel 2017, il programma ha raggiunto oltre 13.000 rifugiati, contribuito alla creazione di oltre 650 startup e portato alla creazione di oltre 1.500 posti di lavoro. Anche la corrispondenza tra le opere presentate dagli artisti e la location è davvero straordinaria. La storia delle Procuratie e la missione di The Human Safety Net sono in sintonia con l'obiettivo del progetto artistico The Parliament of the Invisibles di dare visibilità a coloro che spesso sono invisibili.
“The Human Safety Net, il movimento di persone che aiutano persone, è orgogliosa di prendere parte al progetto After Migration, attraverso il programma Per i rifugiati – ha affermato Simone Bemporad, Vice Presidente di The Human Safety Net - Il nostro lavoro si focalizza proprio su ciò che accade dopo la migrazione, perché fare la differenza è possibile grazie all’integrazione e al lavoro, trovando opportunità e soluzioni concrete e scalabili per offrire nuove possibilità alle persone, rispondendo al contempo al tema della carenza di figure professionali. Rappresentare attraverso l’arte questo impegno significa stimolare l’esperienza del visitatore, offrendo nuovi strumenti di riflessione e partecipazione rispetto ai cambiamenti in atto nella nostra società”.
Amandine Lepoutre, Presidente di Art for Action ha aggiunto: "Sono orgogliosa di lanciare la prima edizione di Art for Action a Venezia con il programma After Migration con The Human Safety Net. Il nostro obiettivo è quello di formare un'Assemblea Costituente per il futuro Parlamento degli Invisibili, riunendo migranti, rifugiati, artisti, ma anche difensori dei diritti umani e nuove generazioni per amplificare le loro voci e creare una vera e propria agenzia che opera attraverso la lente dell'arte. Per questa edizione, gli artisti hanno lavorato fianco a fianco con i migranti e le associazioni di base: hanno raccolto sogni, registrato voci e immortalato non solo individui migranti, ma anche desideri, forza e volontà di ricostruire. Hanno creato con, non per. Non si tratta di ottimismo. Si tratta di speranza. E vorrei citare Marshall Ganz, che ci ricorda lo scopo della nostra azione: 'La speranza è la convinzione che sia possibile agire per migliorare le cose”.
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