Datore di lavoro responsabile

Dall'industria locale ai mercati internazionali

L’Argentina si avvia ad entrare nel novero delle prime venti economie del mondo

Una superficie molto estesa e un terreno straordinariamente fertile, un'industria agroalimentare famosa a livello mondiale e promettenti prospettive energetiche, unite a un debito pubblico in crescita: questa è l'Argentina, il terzo paese dell'America Latina in termini di PIL e a ridosso delle prime venti economie del mondo. Il paese è esposto a una volatilità che, come in tutti i paesi emergenti, amplifica rischi e opportunità: una continua evoluzione nelle strategie di politica economica e commerciale - da un modello basato sull'industria locale a uno focalizzato sui mercati internazionali – e un debito pubblico oneroso e di vecchia data. Come risultato, la divisa nazionale (il peso) è sempre sotto pressione, portando ad un aumento dell'inflazione. Per stimolare ulteriormente l’economia, il governo liberale del presidente Mauricio Macri ha stretto accordi con l'Fmi per un prestito di 57 miliardi di dollari fino al 2021. Fondi che arrivano però grazie a una severa legge di bilancio per il 2019: entro la fine dell'anno prossimo, il governo si impegna ad annullare il deficit, portare l'inflazione al 23 per cento, contenere la svalutazione monetaria non oltre al 10 per cento e il Pil entro lo 0,5 per cento e rafforzare le esportazioni di 21 punti percentuali. Al tempo stesso, la Banca centrale ha varato un sistema di controllo parziale del cambio, lasciando libere le fluttuazioni sul dollaro solo tra due livelli considerati a rischio. Il presidente è al suo ultimo anno di mandato. L'obiettivo concordato per il deficit fiscale è stato raggiunto con successo e continua a diminuire, il che porterà una maggiore stabilità nel paese. Le prospettive dell'economia argentina sono legate al grande potenziale nel campo dell'energia rinnovabile e a una dinamica industria agroalimentare, che poggia su terreni molto fertili: un paese esteso, circa 2,8 milioni di chilometri quadrati, con una bassa densità di popolazione, soprattutto nelle zone rurali. Il 92 per cento degli argentini vive in città, il 38,9 per cento dei quali nella cosiddetta Gran Buenos Aires, la zona metropolitana che gravita attorno alla capitale. L’eta media non è piuttosto alta, come mostra la piramide della popolazione costruita sui dati del censimento 2010: il 14,3 per cento degli argentini ha più di 65 anni, mentre la fascia d'età tra gli 0 e 14 anni si assottiglia progressivamente, nel 2001 era il 28,3 per cento del totale, nel 2010 è scesa al 25,5 per cento. Insieme a Cile, Cuba e Uruguay, l'Argentina è parte del gruppo dei paesi latinoamericani considerati con una transizione demografica moderna, fatta cioè di indici di mortalità e natalità moderati, con una crescita complessiva dell'1,14 per cento nel decennio 2001-2010.