Poteva benissimo essere il contrario
Dopo tre anni mi sento ancora all'inizio del viaggio. Certo, l'euforia del nuovo arrivato è finita, ma lasciatemi dire una cosa: da una settimana lavoro in remoto da un posto bellissimo dove sto con la mia famiglia e un giorno mia madre mi ha chiesto come mai non mi arrabbio mai mentre lavoro e anzi sembra che mi diverta molto. Naturalmente mia madre non sa nulla delle lunghe notti passate davanti a numeri confusi in intricati fogli di calcolo excel, a riconciliazioni contabili apparentemente impossibili e a rendiconti finanziari di centinaia di pagine, ma aveva ragione, mi piace fare quello che faccio.
Credetemi se vi dico che fare l'analista del credito non era esattamente il lavoro dei miei sogni quando ero piccola (era, in ordine di preferenza: 1) studiare le stelle marine e i delfini, 2) diventare una scrittrice o 3) una suonatrice d'arpa professionista) eppure, anche se di tanto in tanto potevo imbattermi in sfide difficili, scadenze ravvicinate, richieste del venerdì sera, la maggior parte delle volte la soddisfazione supera le difficoltà.
alla fine sono le persone che vi circondano a fare la differenza tra un buon lavoro e un ottimo lavoro. In altre parole, riformulando una citazione di Christopher Nolan in Batman Begins: non è il titolo del tuo lavoro, ma ciò che fai che ti definisce. Non è solo il riconoscimento di lavorare per un marchio prestigioso o l'ambiente di lavoro altamente professionale, ma anche intelligente e amichevole, a farmi sentire grata di far parte della famiglia Generali. Ci sono momenti, molti momenti in realtà, in cui mi sono sentito ispirato e responsabilizzato da ciò che le persone di Generali mi hanno dato. È la differenza che possiamo fare come organizzazione per rendere questo mondo un po' migliore che mi spinge e mi rende orgoglioso.
I momenti di ispirazione sono innumerevoli. C'è stata quella volta in cui il presidente di questa piccola azienda italiana mi ha ringraziato per il sostegno che Generali aveva dato alla sua azienda di famiglia, quella volta in cui sono stato incoraggiato a essere più ambizioso, quando ho detto con orgoglio al mio amico attento all'ambiente che Generali non avrebbe più assicurato una centrale a carbone perché non in linea con la nostra politica del carbone, le tante, tantissime volte in cui ho imparato qualcosa di nuovo da colleghi di talento.
Così, sono passati tre anni. E se non avessi restituito quel messaggio in quel momento? E se avessi avuto troppa paura di cambiare o non mi fossi impegnato abbastanza per ottenere il lavoro. Beh, credo che potrebbe anche essere altrimenti, ma mi sarei perso tutti quei momenti e tutte quelle persone.
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It could just as well be otherwise
Sometimes I wonder how my life would look like if I didn’t join Generali. Three years have passed since my job interview. Some details of that day are starting to fade, but one thing I remember vividly: it took less than 10 minutes to realize I wanted to be a part of it (while I would like to forget the part when I broke the pen I had in my hand for the anxiety and a piece of it flew through the room).
After three years I still feel like I’m at the beginning of the journey. Of course, the new joiner’s hype is over, but let me tell you this: for the last week I’ve been working remotely from a beautiful place where I’m staying with my family and one day my mother asked me how come I never get upset while working and actually seem to have a lot of fun. Of course my mother doesn’t know anything about the long nights spent in front of blurring numbers in intricated excel spreadsheets, seemingly impossible accounting reconciliations and hundreds-page financial statements, but she was right, I enjoy doing what I do.
Believe me when I say being a credit analyst was not exactly my dream job when I was little (it was, in order of preference: 1) studying starfishes and dolphins, 2) becoming a writer or 3) a professional harp player) and yet, although from time to time I could encounter hard challenges, short deadlines, Friday night requests, satisfaction outweighs difficulties most of the times.
In the end are the people surrounding you that mark the difference between a good job and a great job. In other words, rephrasing a Christopher Nolan’s Batman Begins quote: it’s not your job title, but what you do that defines you. It’s not just the recognition of working for a prestigious brand or the highly professional and yet smart and friendly working environment making me feel grateful for being part of the Generali family. There are moments, lots of moments actually, when I felt inspired and empowered by what Generali people gave me. It is the difference we can make as an organization to make this world a bit better that drives me and makes me proud.
Inspiring moments are countless. There was that time when the chairman of this small Italian company thanked me for the support Generali had given to its family business, that time when I was encouraged to be more aspirational, when I proudly told my environmentally-conscious friend that Generali would not have insured a coal-fired plant anymore because not in line with our coal policy, the many, many times when I learnt something new from talented colleagues.
So, three years have passed. What if I didn’t returned that message at that time. What if I were too scared to change or didn’t put enough effort to get the job. Well, I guess it could just as well be otherwise, but I would have missed all those moments; all these people.