Piccole e grandi soluzioni per ripartire

A Jinan, in Cina, la Shandong Qiaobin Agricultural Technology Co., coltiva... scarafaggi. L’argomento non sembra invitante. Eppure la fotografia di questi insetti, che riteniamo repellenti perché si nutrono di scarti, è l’immagine che la rivista Eco-Business ha scelto per illustrare alcune delle scelte - a volte bizzarre - che l’economia del futuro sta facendo. Cosa c’entra con gli scarafaggi? Dai residui alimentari mandati in discarica, l’esercito di insetti trasforma gli scarti producendo alimenti per il bestiame. Partita da un’idea apparentemente strana - utilizzare come operai delle “blatte” - la Shandong Qiaobin Agricultural Technology Co.  è diventata un’impresa di tutto rispetto nel 2019. Già nel 2017 aveva 300 tonnellate di scarafaggi che potevano consumare 15 tonnellate di rifiuti di cucina al giorno, circa il 25% della quantità prodotta nel distretto. Con la gestione di 100 tonnellate al giorno, la società poteva guadagnare 7 milioni e mezzo di yuan  all'anno (circa 1 milione di euro) e altri  36 milioni di yuan dalla vendita di alimenti proteici prodotti dalle uova degli insetti. Abbastanza per cambiare idea sulle blatte?

Fondata nel 2009, Eco-Business è una risorsa mediatica della regione Asia-Pacifico che si occupa di sviluppo sostenibile, un orientamento che – grazie all’innovazione e alla sperimentazione di nuove tecnologie – sta prendendo sempre più piede in Asia. Ha sede a Singapore, con uffici a Manila, Pechino e corrispondenti nelle principali città dell'Asia e del Pacifico. Eco-Business dice di aver fatto tesoro di quanto è emerso a un  seminario co-organizzato con la la Banca mondiale  a Singapore da cui è emerso che i lettori eco-sensibili si sono stufati dei lai sul clima e che vorrebbero invece leggere soluzioni anziché deprimersi solo con cattive notizie.

E’ un’idea che ha molto a che vedere con la cosiddetta fase di  “ripartenza” che riguarda il Covid-19. Possiamo lamentarcene, imparare a conviverci ma, soprattutto, imparare a non farci fermare nella ricerca e nell’innovazione. E specie ora che si deve ripartire, conviene approfittarne per guardare avanti: proporre il futuro senza limitarsi a riproporre il passato. Prendiamo ancora in prestito Eco-business e quelle che ha segnalato come alcune delle proposte più innovative del 2019, sia dal punto di vista tecnologico sia da quello del lavoro e dunque del profitto e dell’occupazione. Ecco cinque buoni esempi da altrettanti Paesi.

Svezia
La Svezia  ha ideato e aperto una strada che carica la vostra auto elettrica mentre si sta guidando. Nella strada è incorporata una rotaia elettrica che può caricare le batterie dei veicoli elettrici mentre le auto vi passano sopra. Un braccio mobile attaccato alla parte inferiore del veicolo si abbassa sulla strada per assorbire la carica che non si disperde comunque sull’asfalto sul quale è quindi possibile camminare senza pericolo.

Olanda
La Great Bubble Barrier, co-inventata dall'olandese Philip Ehrhorn, è un sistema per ripulire i fiumi dalla plastica ma non usa barriere fisiche bensì  un dispositivo disposto in diagonale sul fondo del fiume che pompa getti d’aria che spingono la plastica in superficie dove il flusso idrico la trasporta sulla riva dove viene poi recuperata. Secondo Eco-Business, potrebbe arrivare a deviare  oltre l'80% dei rifiuti prima che arrivino al mare.

Hong Kong
Recuperare il  calore di scarto prodotto da forni, computer e sistemi di aria condizionata per trasformarlo in energia è la sfida dei ricercatori  dell'Università di Hong Kong che hanno sviluppato un sistema di riciclaggio dell'energia di scarto a basso costo. Con un accumulatore  che è pieghevole e impilabile.

Stati Uniti
Una nuova proteina prodotta con microalghe, che richiede solo 0,02 ettari di terra per essere coltivata, può essere utilizzata per molteplici fini:  dagli integratori alimentari e dall'olio da cucina ai biocarburanti. Creata dalla società californiana Sophie’s Kitchen, la proteina alternativa ha vinto nel 2019  la Liveability Challenge, ricerca globale di idee per rendere le città del Sudest asiatico più vivibili.

Malaysia
Le borse per il trasporto e le cannucce prodotte dall'amido nelle radici degli alberi di cassava, sviluppate dall'impresa sociale malaysiana Green Hope, impiegano alcuni mesi per biodegradarsi invece di circa 400 anni come i sacchetti di plastica. A differenza di altre bioplastiche prodotte da colture commestibili come il mais - che possono interferire nelle catene alimentari - la cassava non è un alimento base nel Paese in cui viene coltivata, l'Indonesia.