La vita dopo il Covid: una visione da investitore di lungo periodo

Del Research Team di Generali Investments

ECONOMIA: STOP IMPROVVISO, CICATRICI PERMANENTI 

  • I costi economici e sociali della crisi globale da Covid (Global Covid Crisis - GCC) faranno apparire irrisori quelli della grande crisi finanziaria (Great Financial Crisis - GFC). Dimentichiamo la ripresa a V e prepariamoci invece per una ripresa "swoosh" (ovvero a forma del logo Nike). Il rischio principale è la ripresa a “W”. 
  • Sul lungo termine, la deglobalizzazione, normative più rigide e interventi statali si ripercuoteranno sulla crescita potenziale
  • Sebbene la stampa di denaro non si sia interrotta, per il prossimo futuro l’inflazione sarà dormiente. L’evoluzione di lungo termine è meno certa, ma la digitalizzazione e l’automazione dovrebbero compensare gli effetti della deglobalizzazione. 
  • I prezzi degli asset, per esempio obbligazioni e titoli immobiliari, trarranno vantaggio dalla situazione. Persino premi per il rischio azionario elevati potrebbero essere compatibili con rapporti prezzo/utile strutturalmente maggiori. 

 

NUOVI COMPORTAMENTI

  • Monitoriamo i comportamenti su quattro dimensioni (DARE): digitalizzazione, attivismo, repressione ed ESG. 
  • Quattro tendenze: 1/ meno globalizzazione; 2/ più repressione finanziaria, per esempio prolungamento del QE; e più tasse per abbienti e società? 3/ più interventismo; 4/ minori rendimenti finanziari in futuro. 
  • Gli investitori cercheranno diversificazione a livello di asset, regione geografica e fattori, alpha, nuova crescita (MedTech, CleanTech, protezione dei dati, FinTech...) e beni reali (incertezza sull’inflazione a lungo termine). Valutazioni allungate e squilibri di liquidità impongono una maggiore attenzione sulla gestione della liquidità e del rischio
  • AM: La sostenibilità diventa più sociale; il know-how nel campo dei beni reali e del credito acquista maggiore importanza; le esigenze di protezione fanno al caso degli assicuratori; i servizi ibridi umano-digitali prevalgono ma i principali operatori vincono la corsa alla digitalizzazione.
     

COVID: UN ACCELERATORE DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA?

  • Per il 2020 vediamo i rating sovrani della zona euro perlopiù fermi; la sfida di lungo termine è ardua ma l’appoggio e la temporanea condivisione dei rischi da parte della BCE implicano una flessione meno marcata dei rating sovrani rispetto al post GFC. 
  • La BCE è pronta a infrangere altri tabù (per esempio acquisti di capital key) qualora lo scenario di base della ripresa post lockdown non dovesse verificarsi. Il futuro è fiscale, ma richiede il supporto della BCE
  • Riteniamo che il Recovery Fund (di prossima approvazione) sia un piccolissimo passo verso una politica fiscale comune; una risposta congiunta decisa e permanente è ancora lontana. Il supporto della BCE è preziosissimo, tuttavia misure a sostegno della crescita e un consolidamento controllato saranno essenziali per fare in modo che i rapporti di indebitamento imbocchino una traiettoria discendente. 

 

MIGRAZIONE DEI RATING E DEFAULT SOCIETARI: QUESTA VOLTA È DIVERSO

  • In questo ciclo di GCC prevediamo un picco dei default societario al 6%, inferiore rispetto a quello della GFC (circa 10%). Tuttavia il livello di indebitamento record e l’indebolimento della crescita determineranno default più elevati per periodi più lunghi e tassi di recupero più bassi
  • La migrazione dei rating è in corso; i declassamenti da A a BBB supereranno i volumi record di Fallen Angel. Circa il 55% dei nomi BBB- ha un outlook negativo o un credit watch negativo... l’indice HY sta per aumentare notevolmente, con i volumi di Fallen Angel dominati da banche, auto e industriali. 
  • La migrazione dei rating, i movimenti degli spread, i disallineamenti ALM/valuta ecc. sono onerosi a livello di SII. Una gestione attenta ha aiutato GIAM a mantenere il rischio di default e migrazione ben al di sotto delle medie di mercato. 
     

SETTORE ASSICURATIVO: IL GIORNO DOPO

  • Il Covid ha un maggiore impatto sul ramo Vita che su quello Danni. L’avversione al rischio penalizza i prodotti unit-linked; le garanzie (molto richieste) dovranno essere proposte in modo innovativo per essere sostenibili per gli assicuratori. 
  • Il calo dei coefficienti SII implica un maggiore focus sul risparmio di capitali. Le autorità di regolamentazione inaspriranno gradualmente la loro posizione su disallineamenti IR e misure di transizione. Gli azionisti saranno penalizzati a spese degli assicurati. 
  • Opportunità: politiche sociali (ed ESG), rivoluzione green e digitale, M&A, specializzazione in run-off, nuova protezione (sanità accessibile, mix tra rendita/assistenza medica, Insurtech, rischio di frodi e informatico, ecc.). 
  • Trend LDI: tassi e dividendi “più bassi più a lungo” rafforzano l’interesse per credito, mercati privati e distressed asset. Maggiore copertura malgrado i costi. Preferenza per fattori quali “bassa volatilità” e “qualità”, minore gap in termini di duration e meno prodotti ad alto impiego di capitali.