Un green dal cuore molto rosso

Fabio Cleva da AG SpA
Uno dei più bei ricordi dei miei quasi 19 anni in Generali è legato all’emissione del primo green bond nel 2019. Quell’esperienza condensa ciò che amo nelle Generali di oggi e ciò che vedo in quelle di domani. L’emissione è stata possibile grazie all’expertise di Generali Real Estate in ambito immobiliare e alla lungimiranza del team guidato da Aldo Mazzocco di investire sempre più in immobili caratterizzati da alta efficienza energetica e certificati esternamente. Il patrimonio di green buildings del Gruppo è stata la spina dorsale del progetto. Nessuno in GRE aveva dei KPI o degli obiettivi legati all’emissione del Green Bond ma ho ricevuto da parte loro un supporto straordinario, così come dal team di Lucia Silva e di Francesco Sola. Questo è ciò che amo del Gruppo, ci sono 70,000 persone circa che lavorano alle Generali: è stupendo poter entrare in contatto e collaborare anno dopo anno con chi intimamente vuole lavorare per le Generali. L’esperienza del Green Bond mi ha permesso di conoscere tanti nuovi colleghi che lavorano per le Generali ed è grazie a questa loro attitudine che il progetto è andato in porto.

L’esperienza del Green bond è stata strategica perchè con una sola transazione, il Gruppo è riuscito - ricomprando 1 miliardo di titoli con cedola media 8% e scadenza 2022 ed emettendo 750 milioni con cedola 2.1% con scadenza 2030 - a mettere in cassaforte gli obiettivi quantitativi e qualitativi della strategia del debito del Piano 2019-2021: riduzione del debito e della spesa per interessi, riduzione del rischio rifinanziamento e allungamento della scadenza media del debito. Inoltre la transazione è stata una prova tangibile che stiamo rivedendo ogni aspetto del business - dall’underwriting agli investimenti, dall’engagement con gli stakeholders alla gestione del debito – attraverso le lenti della Sostenibilità, cosa che pone le basi per altri 190 anni al top. In questo ripensamento del business, il supporto di Lucia Silva è stato fantastico sia a livello morale che professionale.

L’emissione del Green Bond è un seme anche delle Generali che vedo in futuro: un Gruppo dove si cerca di uscire dalla retorica del “non xe pol”, focalizzandosi su cosa si può fare per raggiungere un obiettivo superando gli ostacoli anzichè scoraggiarsi di fronte a quegli ostacoli che rendono quell’obiettivo ambizioso; un Gruppo che non ha complessi di inferiorità rispetto ai peers semplicemente per via della minore market cap: abbiamo emesso il green bond prima di Allianz, Zurich o AXA e diverse compagnie assicurative europee hanno emesso green bonds negli ultimi 18 mesi riprendendo i tratti salienti del nostro green bond framework. La mia speranza e il mio desiderio per i miei prossimi 19 anni nel Gruppo è di contribuire a permettere alla market cap di Generali di esser in linea con quella dei nostri peers. Come direbbe John Lennon “You may say I am a dreamer” ma in realtà penso che se tutti assieme togliamo il “non” dal “xe pol” quell’obiettivo è a portata di mano, specie se sempre più persone lavoreranno col cuore per le Generali.

Un green dal cuore molto rosso

Uno dei più bei ricordi dei miei quasi 19 anni in Generali è legato all’emissione del primo green bond nel 2019. Quell’esperienza condensa ciò che amo nelle Generali di oggi e ciò che vedo in quelle di domani. L’emissione è stata possibile grazie all’expertise di Generali Real Estate in ambito immobiliare e alla lungimiranza del team guidato da Aldo Mazzocco di investire sempre più in immobili caratterizzati da alta efficienza energetica e certificati esternamente. Il patrimonio di green buildings del Gruppo è stata la spina dorsale del progetto. Nessuno in GRE aveva dei KPI o degli obiettivi legati all’emissione del Green Bond ma ho ricevuto da parte loro un supporto straordinario, così come dal team di Lucia Silva e di Francesco Sola. Questo è ciò che amo del Gruppo, ci sono 70,000 persone circa che lavorano alle Generali: è stupendo poter entrare in contatto e collaborare anno dopo anno con chi intimamente vuole lavorare per le Generali. L’esperienza del Green Bond mi ha permesso di conoscere tanti nuovi colleghi che lavorano per le Generali ed è grazie a questa loro attitudine che il progetto è andato in porto.

L’esperienza del Green bond è stata strategica perchè con una sola transazione, il Gruppo è riuscito - ricomprando 1 miliardo di titoli con cedola media 8% e scadenza 2022 ed emettendo 750 milioni con cedola 2.1% con scadenza 2030 - a mettere in cassaforte gli obiettivi quantitativi e qualitativi della strategia del debito del Piano 2019-2021: riduzione del debito e della spesa per interessi, riduzione del rischio rifinanziamento e allungamento della scadenza media del debito. Inoltre la transazione è stata una prova tangibile che stiamo rivedendo ogni aspetto del business - dall’underwriting agli investimenti, dall’engagement con gli stakeholders alla gestione del debito – attraverso le lenti della Sostenibilità, cosa che pone le basi per altri 190 anni al top. In questo ripensamento del business, il supporto di Lucia Silva è stato fantastico sia a livello morale che professionale.

L’emissione del Green Bond è un seme anche delle Generali che vedo in futuro: un Gruppo dove si cerca di uscire dalla retorica del “non xe pol”, focalizzandosi su cosa si può fare per raggiungere un obiettivo superando gli ostacoli anzichè scoraggiarsi di fronte a quegli ostacoli che rendono quell’obiettivo ambizioso; un Gruppo che non ha complessi di inferiorità rispetto ai peers semplicemente per via della minore market cap: abbiamo emesso il green bond prima di Allianz, Zurich o AXA e diverse compagnie assicurative europee hanno emesso green bonds negli ultimi 18 mesi riprendendo i tratti salienti del nostro green bond framework. La mia speranza e il mio desiderio per i miei prossimi 19 anni nel Gruppo è di contribuire a permettere alla market cap di Generali di esser in linea con quella dei nostri peers. Come direbbe John Lennon “You may say I am a dreamer” ma in realtà penso che se tutti assieme togliamo il “non” dal “xe pol” quell’obiettivo è a portata di mano, specie se sempre più persone lavoreranno col cuore per le Generali.