La casualità del destino

cristiano borean da AG SpA
Il mio primo contatto con le Generali è avvenuto per puro caso nel 1991, quando avevo 18 anni: mi hanno chiesto di partecipare ad un torneo di pallacanestro, giocando per la squadra dei suoi dipendenti a Trieste, come “straniero” visto che un mio amico era stato chiamato a fare l’allenatore per far vincere un torneo alla squadra aziendale. A quel tempo, pur vivendo a Trieste, non sapevo nemmeno dove fosse la sede delle Generali. Ricordo lo stupore dei ragazzi della squadra delle Generali quando chiesi dove era la sede a Trieste, mi hanno considerato un marziano: un triestino che non sa dove è la sede delle Generali? Sacrilegio...

Passano gli anni ed arriviamo al 2003. Avevo appena finito la mia ricerca di PhD negli Stati Uniti e decisi di lasciare il mondo della Fisica perché era arrivato il momento di cambiare. Mi ero chiaramente reso conto che non sarei mai stato in grado di dare un contributo rilevante in questo campo.

In quegli anni a Stanford mi ero interessato di strumenti derivati ed allora chiesi a uno dei miei compagni di squadra di pallacanestro che lavorava (e lavora ancora) alle Generali se per caso sapesse se la Compagnia stava assumendo. “Impossibile”, mi fu risposto. Mandai lo stesso il mio CV alle Generali e, dopo un paio di mesi, la Compagnia mi fece un colloquio, poi un altro e un altro ancora. Per puro caso, si stava costituendo proprio in quei mesi il nucleo del Servizio Finanza della Capogruppo, e quindi avevano ricominciato a cercare dei profili. Era il Giugno 2003 e fui assunto come trader di derivati.

Passano gli anni, mi sposo nel 2008, e parto per il viaggio di nozze il giorno del crollo di Lehman Brothers (tanto fu che il mio capo di allora mi disse: “non sposarti mai più, mi raccomando”), divento papà di una splendida bambina nel 2009.

Nel frattempo, la mia vita professionale nel Leone continua. Sono anni di grandi cambiamenti, rischio di scalata, ribaltoni nel management. Ma, come fa sempre da 190 anni, il Leone prosegue imperturbabile nello scrivere il destino di una azienda che ha superato di tutto: due guerre mondiali, rischi di invasione di Trieste da paesi del blocco sovietico, l’esproprio all’Est dei suoi beni nel periodo comunista, una pandemia ma è sempre rinata come la Fenice.

Arriva luglio 2018. Philippe Donnet mi chiede di assumere il ruolo di Group CFO: anche qui una incredibile combinazione di sequenze, dettate dal caso, ha portato questa opportunità.

Arriva il 31 luglio 2018, il giorno della nomina da parte del Consiglio di Amministrazione. Quella sera sono a cena dai miei genitori e ad un certo punto mia madre va in camera sua e poi torna con un piccolo libretto. Si tratta del libretto che le hanno dato in ospedale, nel 1973, quando sono nato per annotare il peso, altezza e varie altre cose come si fa per i neonati. Mi chiede di aprire il libretto e leggere la prima pagina. C’era scritto: “Dono delle Assicurazioni Generali”.

Uno scherzo del caso...

La casualità del destino

Il mio primo contatto con le Generali è avvenuto per puro caso nel 1991, quando avevo 18 anni: mi hanno chiesto di partecipare ad un torneo di pallacanestro, giocando per la squadra dei suoi dipendenti a Trieste, come “straniero” visto che un mio amico era stato chiamato a fare l’allenatore per far vincere un torneo alla squadra aziendale. A quel tempo, pur vivendo a Trieste, non sapevo nemmeno dove fosse la sede delle Generali. Ricordo lo stupore dei ragazzi della squadra delle Generali quando chiesi dove era la sede a Trieste, mi hanno considerato un marziano: un triestino che non sa dove è la sede delle Generali? Sacrilegio...

Passano gli anni ed arriviamo al 2003. Avevo appena finito la mia ricerca di PhD negli Stati Uniti e decisi di lasciare il mondo della Fisica perché era arrivato il momento di cambiare. Mi ero chiaramente reso conto che non sarei mai stato in grado di dare un contributo rilevante in questo campo.

In quegli anni a Stanford mi ero interessato di strumenti derivati ed allora chiesi a uno dei miei compagni di squadra di pallacanestro che lavorava (e lavora ancora) alle Generali se per caso sapesse se la Compagnia stava assumendo. “Impossibile”, mi fu risposto. Mandai lo stesso il mio CV alle Generali e, dopo un paio di mesi, la Compagnia mi fece un colloquio, poi un altro e un altro ancora. Per puro caso, si stava costituendo proprio in quei mesi il nucleo del Servizio Finanza della Capogruppo, e quindi avevano ricominciato a cercare dei profili. Era il Giugno 2003 e fui assunto come trader di derivati.

Passano gli anni, mi sposo nel 2008, e parto per il viaggio di nozze il giorno del crollo di Lehman Brothers (tanto fu che il mio capo di allora mi disse: “non sposarti mai più, mi raccomando”), divento papà di una splendida bambina nel 2009.

Nel frattempo, la mia vita professionale nel Leone continua. Sono anni di grandi cambiamenti, rischio di scalata, ribaltoni nel management. Ma, come fa sempre da 190 anni, il Leone prosegue imperturbabile nello scrivere il destino di una azienda che ha superato di tutto: due guerre mondiali, rischi di invasione di Trieste da paesi del blocco sovietico, l’esproprio all’Est dei suoi beni nel periodo comunista, una pandemia ma è sempre rinata come la Fenice.

Arriva luglio 2018. Philippe Donnet mi chiede di assumere il ruolo di Group CFO: anche qui una incredibile combinazione di sequenze, dettate dal caso, ha portato questa opportunità.

Arriva il 31 luglio 2018, il giorno della nomina da parte del Consiglio di Amministrazione. Quella sera sono a cena dai miei genitori e ad un certo punto mia madre va in camera sua e poi torna con un piccolo libretto. Si tratta del libretto che le hanno dato in ospedale, nel 1973, quando sono nato per annotare il peso, altezza e varie altre cose come si fa per i neonati. Mi chiede di aprire il libretto e leggere la prima pagina. C’era scritto: “Dono delle Assicurazioni Generali”.

Uno scherzo del caso...