Generali talento ribelle

Gianluca Cenciarelli da Generali Italia
Se mi chiedete qual è la storia che per me rappresenta meglio Generali con la sua voglia di innovare e di mantenersi in linea con il cambiamento sociale e tecnologico, rispondo: l’Hackathon del 2016, il primo corporate Hackathon di Generali Italia. In quell’anno, per la prima volta, Generali affrontava il tema dell’innovazione e lo faceva in grande, mobilitando tutti i collaboratori per dar vita a un evento nuovo, mai realizzato prima di allora.

L’inizio era previsto per il 4 febbraio alle ore 10, ma in realtà i preparativi erano iniziati mesi prima con le selezioni dei partecipanti, con la creazione dei team di lavoro, con il pre-working. Un crescendo di aspettative e sensazioni mai provate prima, che ci ha portato il 4 febbraio in una cornice ideale per un Hackathon che ha come tema l’innovazione: L’H-Farm a Roncade.

L’ambiente di lavoro, come diceva Adriano Olivetti, è fondamentale per rendere al meglio, H-Farm è veramente un posto magico per lo sviluppo delle idee. Non si poteva scegliere di meglio. Appena arrivati si capisce subito che la realtà che abbiamo davanti è completamente diversa da quella aziendale. Qui siamo tutti uguali, non c’è distinzione fra l’ultimo arrivato (cronologicamente) in azienda e l’amministratore delegato, presente e disponibile anche lui. Non a caso indossano tutti la stessa felpa grigia, a dimostrazione che le idee non hanno gradi. Tutti possono, anzi devono, dare il loro apporto senza timori perché anche l’errore fa parte del contributo.

Lavorare 24 ore filate per dare forma a un’idea di valore è già una cosa ardua di per sé, ma farlo con un team eterogeneo di sconosciuti, provenienti dalle realtà più disparate delle società di Generali Country Italia, è stata una delle esperienze più esaltanti che mi sia mai capitata. E anche se il mio team non ha vinto quell’anno, quest’esperienza mi ha dato una carica e un’energia senza uguali, difficili anche da descrivere se non si provano direttamente. Un’esperienza, inutile dirlo, che ti arricchisce professionalmente e umanamente.

Nel mio percorso in Generali ho partecipato ad altri Hackathon, mini Hackathon, Lab di semplificazione, e mini master, ma la carica che questo primo Hackathon mi ha lasciato è ancora oggi, a distanza di anni, forte e indelebile.

Sono convinto che Il 4 e il 5 febbraio 2016 la novità dell’evento, la motivazione delle persone, la location, l’organizzazione, e non ultimo, il commitment del management, presente come mai in questa occasione, ha generato una particolare alchimia sui partecipanti, rilasciando una carica e un’energia senza uguali. Avevi veramente la sensazione di far parte di qualcosa di importante e di storico per Generali.

Quell’anno eravamo 120 colleghi e ogni volta che con qualcuno di questi si ricorda questa esperienza, il ricordo è sempre lo stesso per tutti. Segno che l’energia è ancora presente!

Generali talento ribelle

Se mi chiedete qual è la storia che per me rappresenta meglio Generali con la sua voglia di innovare e di mantenersi in linea con il cambiamento sociale e tecnologico, rispondo: l’Hackathon del 2016, il primo corporate Hackathon di Generali Italia. In quell’anno, per la prima volta, Generali affrontava il tema dell’innovazione e lo faceva in grande, mobilitando tutti i collaboratori per dar vita a un evento nuovo, mai realizzato prima di allora.

L’inizio era previsto per il 4 febbraio alle ore 10, ma in realtà i preparativi erano iniziati mesi prima con le selezioni dei partecipanti, con la creazione dei team di lavoro, con il pre-working. Un crescendo di aspettative e sensazioni mai provate prima, che ci ha portato il 4 febbraio in una cornice ideale per un Hackathon che ha come tema l’innovazione: L’H-Farm a Roncade.

L’ambiente di lavoro, come diceva Adriano Olivetti, è fondamentale per rendere al meglio, H-Farm è veramente un posto magico per lo sviluppo delle idee. Non si poteva scegliere di meglio. Appena arrivati si capisce subito che la realtà che abbiamo davanti è completamente diversa da quella aziendale. Qui siamo tutti uguali, non c’è distinzione fra l’ultimo arrivato (cronologicamente) in azienda e l’amministratore delegato, presente e disponibile anche lui. Non a caso indossano tutti la stessa felpa grigia, a dimostrazione che le idee non hanno gradi. Tutti possono, anzi devono, dare il loro apporto senza timori perché anche l’errore fa parte del contributo.

Lavorare 24 ore filate per dare forma a un’idea di valore è già una cosa ardua di per sé, ma farlo con un team eterogeneo di sconosciuti, provenienti dalle realtà più disparate delle società di Generali Country Italia, è stata una delle esperienze più esaltanti che mi sia mai capitata. E anche se il mio team non ha vinto quell’anno, quest’esperienza mi ha dato una carica e un’energia senza uguali, difficili anche da descrivere se non si provano direttamente. Un’esperienza, inutile dirlo, che ti arricchisce professionalmente e umanamente.

Nel mio percorso in Generali ho partecipato ad altri Hackathon, mini Hackathon, Lab di semplificazione, e mini master, ma la carica che questo primo Hackathon mi ha lasciato è ancora oggi, a distanza di anni, forte e indelebile.

Sono convinto che Il 4 e il 5 febbraio 2016 la novità dell’evento, la motivazione delle persone, la location, l’organizzazione, e non ultimo, il commitment del management, presente come mai in questa occasione, ha generato una particolare alchimia sui partecipanti, rilasciando una carica e un’energia senza uguali. Avevi veramente la sensazione di far parte di qualcosa di importante e di storico per Generali.

Quell’anno eravamo 120 colleghi e ogni volta che con qualcuno di questi si ricorda questa esperienza, il ricordo è sempre lo stesso per tutti. Segno che l’energia è ancora presente!