Viaggio in Italia: una giovane donna scopre Ca' Corniani

Viaggio in Italia: una giovane donna scopre Ca' Corniani

Come sapete sono in vacanza in Italia insieme alla mia famiglia.
Dopo essere stati a Roma, Firenze, Verona e Venezia ieri ci siamo presi una giornata di relax per un giro in bicicletta nelle campagne venete.
A casa in Olanda usiamo praticamente solo la bici e dopo due settimane eravamo tutti in crisi di astinenza.
Siamo arrivati in auto fino a un edificio a scacchi colorati, moderno e attraente in mezzo alla campagna, abbiamo preso le bici e siamo partiti verso Ca’ Corniani.
Non so come mio padre conoscesse questo posto ma lui durante i viaggi tira sempre fuori delle sorprese.
Ca’ Corniani è un’antica tenuta agricola che risale a metà del 1800. Era un luogo di paludi che è stato bonificato da una compagnia di assicurazioni italiana che si chiama Generali.
È stata un’operazione super innovativa per l’epoca visto che nessuno aveva mai messo in atto una cosa come questa. 
Una terra piena di fango è diventata un luogo dove si coltiva la terra e si allevavano animali.
Oggi è tutto molto diverso, l’azienda agricola continua ad esistere ma questo posto è diventato anche un luogo turistico e di arte. 
Nei tre accessi alla tenuta infatti sono state poste delle opere d’arte dell’artista Alberto Garutti. 
Una è un grande casale in pietra dove un tempo abitavano i contadini con le loro famiglie ma ora è abbandonato e lui ci ha costruito un tetto tutto d’oro. 
La seconda invece è una serie di statue di animali, cani e cavalli che hanno vissuto in questo luogo e secondo l’artista ne sono i reali testimoni. 
L’ultima, la mia preferita di cui ho postato la foto qui sopra, è una scritta che si illumina quando un fulmine cade in un punto qualsiasi dell’Italia e dice così “Queste luci vibreranno quando in Italia un fulmine cadrà durante i temporali. Quest’opera è dedicata a chi passando di qui penserà al cielo”. 😍

Ma la cosa più interessante è accaduta quando siamo entrati nel paese. 
Oggi ci vivono poche persone ma a metà del secolo scorso ce n’erano oltre 3000 che componevano una vera e propria comunità tra il borgo e le oltre 80 mezzadrie sparse per la campagna. Il paese era super moderno per l’epoca: aveva la scuola per i bambini, il medico e un servizio sanitario per tutti, corsi di formazione e perfino un centro ricreativo.
Mentre giravamo per questo posto incredibile sotto il sole di luglio mi domandavo come poteva essere la vita 50 o 60 anni fa e la risposta ce l’ha data la signora Zecchin, un’anziana signora che era seduta a prendere il fresco del suo giardino e mio padre con le poche parole di italiano che conosce, come fa sempre, si è messo a farle domande.
Ci ha detto che ha 88 anni e vive qui da quando è nata. Che lei stava fuori dal paese e ci veniva dalla campagna col papà una volta a settimana, col carro dei buoi.
Poi lui andava in ufficio dal “parón” e lei stava con la moglie che le dava biscotti e caramelle.
Ci ha raccontato che il senso di comunità tra le persone era fortissimo.
“Le famiglie erano grandi, nella mia famiglia eravamo in 35. C’era amicizia e si conosceva tutti. L’amicizia era importante, ci si aiutava l’uno con l’altro.
Per esempio mio zio è stato infermo 15 anni – ha raccontato –e tutti contribuivano ad aiutare lui e la famiglia.”
Le piacciono le opere d’arte di Garutti, dice che le dà gusto che la gente passi e le chieda di raccontare.
È felicissima di vivere qui al punto che quando ci siamo salutati ci ha detto che le piace così tanto che “me despiase morir per lasar Ca’ Corniani”.

Uscendo dalla tenuta siamo passati di nuovo vicino alla scritta illuminata dai fulmini e ho pensato che quell’opera è dedicata non solo a chi passando penserà al cielo, ma anche a chi vivendo qui si è preso cura di questa terra e delle persone che l’hanno abitata. 🙏🏻

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LA STORIA

LA STORIA

Tra il 1851 e il 1917 la Compagnia s’impegna in un’opera pionieristica di bonifica, sia territoriale che edilizia nel territorio di Caorle e San Stino, al confine nord-ovest della grande laguna adriatica, tra i fiumi Livenza e Tagliamento: innanzitutto vengono realizzati gli argini del fiume Livenza e un sistema di fossi e canali per espellere l’acqua mediante idrovore, poi viene costruita l’abitazione del medico con annesso ambulatorio per le visite, a cui fanno seguito l’asilo, la scuola, l’ufficio postale, la chiesa e la canonica, gli alloggi per le famiglie di mezzadri e braccianti. Nasce una nuova comunità.
La radicale opera di bonifica, la prima di questo tipo in Italia ad opera di privati e in largo anticipo rispetto alla politica statale in questo settore, rende possibile la creazione di nuovi posti di lavoro e la nascita della prima delle aziende agricole della Compagnia, che molti anni dopo riunirà il comparto agricolo italiano del Gruppo Generali in un’unica azienda dal nome Genagricola. 
Ca’ Corniani sviluppò uno dei primi esempi di welfare aziendale: agli abitanti della tenuta veniva offerto un lavoro, servizio sanitario, corsi di formazione, scuole per i bambini, una colonia marina e perfino un centro ricreativo dove potersi riunire. Una visione all’avanguardia dell’attività agricola fondata su un modello di sviluppo sostenibile.